Le Grazie
Le Grazie, rimaste incompiute, sono un poemetto di gusto neoclassico diviso in tre inni, che narra il mito delle tre dee condotte sulla terra da Venere per donare all’umanità la bellezza e l’armonia; il loro arrivo segna il superamento dell’epoca primitiva e l’avvio verso un processo di civilizzazione. Foscolo dedicò questo poema allo scultore italiano Antonio Canova. Le Grazie rappresentano l’aspirazione dell’uomo a comporre in armonia le tensioni della vita, a cercare nella realtà multiforme della natura e della storia la ricomposizione delle dissonanze nel tentativo di costruire un mondo più luminoso. L’avvento delle Grazie sulla terra simboleggia il costituirsi di un nuovo ideale di umanità, capace di fondere un insieme di valori individuali e sociali. I grandi temi della poesia foscoliana (la bellezza della natura, i sacri legami della famiglia e della patria, il dono divino della poesia) tornano tutti nell'opera, trovando espressione allegorica nelle tre dee: Venere, dea della bellezza e dell’amore che rigenera la natura; Vesta, dea del focolare, simbolo dei valori civili e sociali; Pallade protettrice delle arti, dispensatrice della poesia. Il carattere Neoclassico dell’opera si manifesta nella presenza del mito, nel ricorso a modelli letterari tipici della poesia greca e nel ruolo civilizzatore attribuito al racconto mitologico.
Inno I: dedicato a Venere. Venere, impietosita dagli uomini che non riescono a migliorare la loro condizione, scende sulla terra sorgendo nelle acque del mar Ionio vicino l’isola di Citera, accompagnata dalle tre Grazie. Quando loro appaiono, gli abitanti dell’isola, da selvaggi diventano mansueti e abbandonano la caccia per dedicarsi alla pastorizia. Si diffonde inoltre il senso della religione e nascono i più antichi riti, le tre grazie vagano per la Grecia diffondendo i loro benefici.
Inno II: dedicato a Vesta. La scena si sposta in Italia, nel presente sul colle di Bellosguardo, vicino Firenze. In questo luogo viene celebrato un rito in onore delle Grazie, officiato da tre donne: Eleonora Nencini, Cornelia Rossi Martinetti e Maddalena Bignami che rappresentano la musica, la poesia e la danza. Il trasferimento dalla Grecia all’Italia vuole significare che l’Italia ha raccolto l’eredità spirituale del mondo antico.
Inno III: dedicato a Pallade. Di fronte alle brutture del presente le Grazie abbandonano gli uomini e si ritirano nell’isola di Atlantide. Qui Pallade fa tessere un velo che coprirà i corpi delle Grazie proteggendole dalle passioni degli uomini e dagli sguardi dei profani.
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