I SONETTI
I Sonetti furono composti tra il 1798 ed il 1803, pubblicati tra il 1802 e il 1803 e sono in tutto dodici. Nell'ottobre del 1802 sul fascicolo IV del "Nuovo Giornale dei letterati" di Pisa, vengono pubblicati, con il titolo di "Poesie", otto sonetti e l'ode "A Luigia Pallavicini caduta da cavallo". Nel medesimo anno viene fatta una ristampa dell'opera e nel 1803 il poeta riprende, cambiando l'ordine dei titolo, il testo degli otto sonetti e ne aggiunge altri tre, oltre una seconda ode. L'opera verrà pubblicata con lo stesso titolo di "Poesie" e sarà dedicata all'amico fiorentino Giovanni Battista Niccolini. Sempre nel 1803 il Foscolo fa pubblicare a Milano dalla stamperia Agnello Nobile un'altra edizione di queste poesie lasciandone invariato il titolo ma aggiungendo un dodicesimo sonetto. Nei primi sonetti si può evidenziare un certo tono declamatorio di stile ancora ortisiano, a causa del contrasto tra la passione e la riflessione; lo stile è ancora incerto perché oscilla tra un linguaggio lirico e un linguaggio drammatico, i successivi sonetti sono stilisticamente molto più equilibrati.
I temi dei dodici sonetti sono quelli tipici dell'intera produzione foscoliana: l'esilio,la patria,le illusioni,gli affetti familiari e il presagio della tomba illacrimata.
Lo stile dei sonetti è simile a quello che si ritroverà nei Sepolcri, appassionata sintesi di romantica intimità e di classica vitalità e compostezza; vi è in essi l'uso dell'endecasillabo reso ampio dal movimento delle strofe fino a rendere i versi simili ad una musica che ha però, la solennità della meditazione del poeta sui temi che riguardano la vita, la morte e il destino.
- Alla sera
- Non son chi fui, perì di noi gran parte
- Te nudrice alle Muse
- Perché taccia
- Così gl'interi giorni
- Meritamente
- Solcata ho fronte
- E tu ne' carmi avrai perenne vita
- A Zacinto
- In morte del fratello Giovanni
- Alla musa
- Che stai?